Prima ecografia in gravidanza: quando farla
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Gravidanza, prima ecografia: quando farla

Il momento più emozionante per due neo-genitori è sicuramente quello della prima ecografia. Certo, già con l’esito positivo del test si vivono momenti di gioia ed entusiasmo, ma la prima ecografia rappresenta il primo incontro con il proprio bimbo: un momento irripetibile e indimenticabile. La prima ecografia però è importante anche per un altro motivo: si tratta di una prima indagine su come la gravidanza sta procedendo in queste prime fasi, le più delicate, per il corretto sviluppo del feto all’interno dell’ambiente uterino. Un appuntamento fondamentale, emozionante su più livelli, ma quando è il momento giusto per fare la prima ecografia?

Quando fare la prima ecografia

I primi giorni della gravidanza sono per una mamma e il suo partner momenti in cui si alternano euforia e timore perché si ha la necessità di sapere se il bambino sta bene e, quindi, se la gravidanza sta procedendo bene. È bene sapere che una prima ecografia troppo precoce, salvo particolari indicazioni, non è indicata: secondo le indicazioni della Società italiana di ecografia ostetrica e ginecologica la prima ecografia si dovrebbe eseguire tra le 11 e le 13 settimane + 6 giorni perché l’embrione ha avuto tutto il tempo per adattarsi all’utero e iniziare a svilupparsi correttamente.

L’ecografia svolta in questo periodo permette di:

  • conoscere lo stato di salute di utero, ovaio e tube di falloppio
  • visualizzare la camera gestazionale
  • sapere quando avverrà il parto (calcolando l’età del feto attraverso la lunghezza del suo copro, escludendo le gambe);
  • sapere se si aspettano gemelli;
  • sentire il battito cardiaco
  • vedere strutture anatomiche (se svolta nella dodicesima settimana)

Prima ecografia: come si effettua

Per l’ecografia transaddominale, il test comunemente svolto dopo le dieci settimane, solitamente non viene richiesto né di mangiare in un determinato modo, né di evitare di farlo; in alcuni casi può essere chiesto di bere mezzo litro di acqua, un’oretta prima dell’esame, e di trattenersi dall’urinare fino alla fine del test. La donna viene fatta sdraiare sul lettino e si procede con l’ecografia: il ginecologo applica sulla pancia della futura mamma uno specifico gel ad acqua (viene utilizzato per evitare che si formino bolle d’aria che potrebbero bloccare gli ultrasuoni dell’ecografo) e passa la sonda ecografica sulla zona pelvica mostrando cosa sta accadendo all’interno del suo corpo. Prima delle dieci settimane può essere effettuata anche un’ecografia transvaginale, durante la quale la sonda può essere inserita dentro il canale vaginale, anziché sulla pancia. L’esame in sé non dura tanto: molto dipende da come è posizionato il feto e dal monitoraggio che si effettua.

Se per motivi clinici è necessario svolgere più ecografie nel primo trimestre è importante sapere che:

  • intorno alle quattro settimane si può visualizzare la camera gestazionale;
  • intorno alle cinque-sei settimane si può vedere l’embrione;
  • intorno alle sei-otto settimane è possibile si può visualizzare l’attività cardiaca embrionale nel corpo embrionale;
  • dalle 10 settimane di gravidanza si può ascoltare, tramite l’utilizzo del doppler, il battito cardiaco embrionale.

E dopo la prima ecografia?

La già citata Società di ecografia ostetrica e ginecologica raccomanda 3 ecografie in gravidanza: nel primo, secondo e terzo trimestre. In questo modo è possibile osservare la crescita del feto e il suo stato di salute durante tutto il periodo dei 9 mesi di gestazione. Nei casi a rischio invece, è solo il medico che valuterà di svolgere un numero maggiore di ecografie o farne alcune più specialistiche, come ecografie di II livello o doppler delle arterie uterine.

Photo credits:

Foto di Bgmfotografia da Pixabay

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