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Quando si parla di plusdotatzione cognitiva nel bambino si indica che il quoziente intellettivo del piccolo è superiore a 130, ovvero che è dotato di una capacità cognitiva superiore alla media. Si tratta quindi di una capacità che va valutata attraverso test standardizzati somministrati da specifiche figure professionali. Tuttavia, per definire una persona plusdotata l’alto quoziente intellettivo, non basta! Scopriamo insieme che cos’è la plusdotazione cognitiva e quali sono le peculiarità dei bambini plusdotati.
Che cos’è la plusdotazione
Innanzitutto bisogna chiare che la plusdotazione non ha una definizione univoca e che non si tratta di un disturbo da diagnosticare. I bambini plusdotati o gifted hanno uno modo differente di essere intelligenti, ovvero sono dotati di un pensiero che non è sequenziale e lineare, ma simultaneo per quanto riguarda l’elaborazione dei dati. Basta infatti uno stimolo o un’idea per generare una rete di pensieri che si sviluppano seguendo assi differenti, generando quella che viene definita arborescenza, ovvero la tendenza a ragionare ramificando i pensieri piuttosto che a seguire un modo lineare e sequenziale.
Le maggiori caratteristiche del bambino plusdotato
Veniamo a quelle che possono essere alcune delle caratteristiche dei bambini plusdotati secondo Guarnieri e Resta (2019):
- Linguaggio ricco e fluido e spiccate abilità verbali: molti bambini plusdotati iniziano a parlare prima dei coetanei, mostrando sin da piccoli un lessico, una sintassi e una semantica più complesse rispetto all’età.
- Abilità precoci di lettura e scrittura: alcuni bimbi imparano a leggere e scrivere ben prima dell’inizio della scuola elementare.
- Buona memoria: caratteristica fondamentale è imparare in fretta e ricordare facilmente. Inoltre sono dotati di un’eccellente memoria visiva e riescono a memorizzare qualsiasi dettaglio di una pagina stampata.
- Curiosità: sono bambini molto curiosi soprattutto amano temi come spazio, morte e nascita.
- Pongono molte domande finché non saranno soddisfatti delle risposte ottenute.
- Vasta gamma di interessi: hanno interessi vari e differenti e tendono a passare da una passione assorbente a un’altra, apparendo disorganizzati.
- Forte creatività e sperimentazione: comunemente questi bambini sono dotati di una forte immaginazione e sono molto creativi.
- Senso dell’umorismo e ironia.
- Sensibilità, spiccata empatia e forte senso di giustizia.
- Intensità: tendono ad essere molto più profondi ed intensi degli altri bambini in qualsiasi cosa essi facciano.
Sebbene presentino delle peculiarità che li portano ad avere un vantaggio rispetto ai coetanei normodotati, questi bambini hanno anche delle caratteristiche che possono portare ad alcuni problemi, come la dissincronia dello sviluppo, la tendenza ad annoiarsi facilmente se poco stimolati e la difficoltà nell’instaurare relazioni positive.
Il bambino plusdotato in famiglia e a scuola
In famiglia si potrebbero notare alcune difficoltà relazionali dovute all’intensità emotiva, all’estrema sensibilità, al perfezionismo, all’oppositività e al rifiuto dell’autorità. Fondamentale, dopo la valutazione, è renderli consapevoli della loro peculiarità intellettiva per favorire lo sviluppo di una sana relazione genitori-figli fondata sulla fiducia e sul rispetto dei ruoli. Diverso è, invece, il comportamento che assumono a scuola: spesso infatti praticano un iperadattamento, soffocando le proprie attitudini oppure mostrando un’irrequietezza particolare e un’iperattività spesso confusa con ADHD. A scuola, quindi, andrebbe creato un ambiente favorevole e in grado di stimolare l’altro potenziale, definendo delle strategie didattiche precise. Per garantire il benessere del bambino, è, però, importante affidarsi a una figura specialistica, come lo psicologo, in grado di sostenere i genitori nelle eventuali difficoltà e di aiutarli a valorizzare le potenzialità del piccolo.
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