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La blefarite è un’infezione dell’occhio causata da una forte infiammazione che può essere di natura ulcerativa o non ulcerativa. Una malattia dell’occhio piuttosto comune durante l’infanzia che però non è contagiosa e non causa danni permanenti alla vista. Solitamente la blefarite provoca gonfiore, irritazione e prurito a livello di palpebre e ciglia. Le cause della blefarite possono essere di varia natura per questo è importante rivolgersi al proprio pediatra e/o all’oculista: solo così sarà possibile stabilire il giusto trattamento che, solitamente, porta alla guarigione.
I tipi di blefarite
La blefarite può presentarsi in due forme.
- Blefarite acuta, nelle due varianti:
- Ulcerativa. Quando la malattia è secondaria a un’infezione batterica da stafilococco e si localizza sul margine libero delle palpebre, nel punto cioè dove avviene l’intersezione delle ciglia, estendendosi fino alle ghiandole di Meibomio, situate nella parte interna della palpebra. Può capitare anche che la blefarite acuta sia una conseguenza di un’infezione virale da herpes simplex o varicella zoster: in questo caso si presenta attraverso siero chiaro più che attraverso crosticine.
- Non ulcerativa. Solitamente causata da un’allergia che si estende fino a interessare gli occhi e in questo caso la manifestazione della blefarite è caratterizzata da bruciore, prurito ed eruzioni cutanee.
2. Blefarite cronica causata da:
- disfunzione delle ghiandole di Meibomio situate nella rima interna della palpebra
- da dermatite seborroica
La blefarite cronica può portare ad alcune complicanze come l’acne rosacea, orzaioli e calazi.
I sintomi della blefarite
I sintomi dipendono dalla tipologia di blefarite contratta, tuttavia, la sintomatologia più comune è caratterizzata da:
- prurito e bruciore
- irritazione congiuntivale
- fotosensibilità
- bordi delle palpebre rossi e gonfi
- sensazione di corpo estraneo
- secchezza
- nei casi più gravi avviene anche la caduta delle ciglia (mandarosi)
Nel caso di blefarite acuta i sintomi tipici sono gonfiore delle palpebre, ulcere sulla superficie della rima palpebrale, pustole alla base delle ciglia, croste in corrispondenza dei margini delle palpebre che sanguinano in caso di rimozione, ciglia biancastre ed eccessiva produzione di secreti che durante la notte porta le ciglia ad attaccarsi. Se la blefarite è di tipo cronico si manifesta un ispessimento delle ghiandole di Meibomio, dense secrezioni ceree e giallastre e secchezza oculare. Quando la blefarite è correlata a dermatite seborroica, si formano delle squame untuose lungo il margine delle palpebre.
Trattamento e prevenzione
Il trattamento previsto dallo specialista dipende dalla tipologia di blefarite. Nel caso di una disfunzione delle ghiandole di Meibomio sono molto efficaci impacchi caldi-umidi che favoriscono il drenaggio di sebo e la riduzione di sintomi quali bruciori e prurito. Le blefariti di natura batterica sono curate, invece, con colliri o pomate a base di antibiotici mentre le blefariti croniche necessitano un trattamento mirato e specifico che richiede tempi più lunghi per la guarigione. Per prevenire la blefarite possono essere adottati alcuni accorgimenti che riducono il rischio di infezione:
- lavare sempre bene le mani prima di toccare gli occhi
- igienizzare gli oggetti ad uso personale
- sciacquare le palpebre con acqua tiepida e asciugarle delicatamente con un asciugamano asciutto e pulito
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