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Pipì a letto: come comportarsi?

L’enuresi notturna, o più comunemente nota come pipì a letto, è un avvenimento molto frequente tra i bambini. Spesso sottovalutato dalle famiglie, il fenomeno della pipì a letto andrebbe invece affrontato poiché genera ansia nel bambino e comporta un serie di difficoltà per i genitori. L’enuresi notturna consiste nella perdita involontaria di urina durante il sonno nei bambini di età superiore ai cinque anni. Solitamente, il bambino smette di bagnare il letto spontaneamente con il crescere, ma in alcuni casi questo disturbo può persistere fino all’adolescenza e all’età adulta.

Perché si fa pipì a letto?

Le cause principali della pipì a letto sono: una sovrapproduzione di urina durante la notte, una vescica con una capacità ridotta e una difficoltà a svegliarsi quando la vescica è piena. Questo ultimo aspetto è quello da prendere maggiormente in considerazione in caso di pipì a letto per avviare il processo di guarigione. Sebbene il fenomeno della pipì a letto non sia causato da disturbi psicologici, può esserne la fonte, soprattutto in termini di autostima minata e mancanza di fiducia in sé stessi. Sicuramente la pipì a letto è un disturbo ereditario: in circa il 70% dei casi almeno un familiare ha oppure ha avuto lo stesso problema da bambino. L’enuresi si verifica quando i bambini non riescono a svegliarsi di notte per fare pipì quando la vescica è piena. Recenti studi hanno dimostrato come il sonno dei bambini che bagnano il letto è di cattiva qualità, caratterizzato da risvegli incompleti e da movimenti improvvisi degli arti nel sonno. L’ipotesi più accreditata è che l’enuresi sia connessa con un problema di risveglio: solitamente al risveglio lo stimolo della vescica piena viene avvertito, nei bambini che soffrono di enuresi tale stimolo è meno forte. Se l’enuresi è l’unico sintomo e si manifesta solo durante il sonno viene detta monosintomatica, altrimenti non-monosintomatica e in questo caso possono esserci altri problemi a carico della vescica relativi a un’incompleta o ritardata maturazione della vescica che si riempie meno rispetto all’età. Nei casi di enuresi secondaria, ovvero quando non è presente da sempre e compare in un secondo tempo, va considerata la possibilità di una causa di natura fisica o psicologica e quindi è importante approfondire la situazione.

Il trattamento per la pipì a letto

Nel caso di pipì a letto è importante non colpevolizzare il piccolo, né tanto meno autocolpevolizzarsi come genitori non in grado di gestire la situazione: bagnare il letto può capitare e nessuno è colpevole. Primo step verso la guarigione è quindi rendere il bambino consapevole della situazione e infondere in lui ottimismo. Solo in questo modo, il bambino potrà affrontare la cura con fiducia e motivazione. Il trattamento per l’enuresi notturna dipende dalla causa specifica. La terapia comportamentale, prevede l’utilizzo di alcuni interventi che possono ridurre gli episodi di enuresi notturna e possono aiutare a superare il problema:

  • Correggere la stipsi;
  • Controllare l’assunzione di bevande che contengono caffeina;
  • Incoraggiare il bambino ad andare in bagno in modo regolare durante l’arco della giornata e prima di andare a letto.

In casi specifici, viene prevista una terapia farmacologica a base di farmaci antidiuretici e un ciclo di sedute di fisioterapia con lo scopo di insegnare si controllano gli stimoli della vescica e si rilassano i muscoli per la completa minzione.

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Foto di Yan Krukov da Pexels

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