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Gli esami del sangue in gravidanza servono per il monitoraggio del buon andamento della gestazione: attraverso il controllo dei valori del sangue ci si potrà accertare dello stato di salute di mamma e bambino, avendo così un quadro complessivo delle loro condizioni. Ovviamente dalla semplice lettura dei valori del sangue non si potranno avere tutti i dettagli sulla salute di mamma e figlio, ma consentirà, laddove necessario, di approfondire la situazione, laddove necessari. Ma quando vanno effettuati gli esami del sangue in gravidanza? Scopriamolo insieme.
Il calendario degli esami del sangue in gravidanza
Fondamentale è seguire il calendario degli esami del sangue predisposto dal ginecologo: gli esami, infatti, verranno prescritti in base alla settimana di gravidanza e alla possibilità che la donna debba sottoporsi a ulteriori approfondimenti. Solitamente, il primo esame del sangue si fa a seguito del risultato positivo del test di gravidanza. Se non ci sono indicazioni specifiche, non è necessario effettuare un controllo dell’ormone beta hCG (l’ormone della gravidanza) e sottoporsi precocemente a un’ecografia ostetrica. Il calendario degli esami del sangue in gravidanza prevede:
- Dalla 7^settimana: esame per il gruppo sanguigno e fattore Rh, test di Combs indiretto, esame emocromocitometrico completo con conta delle piastrine, dosaggio delle emoglobine per individuare eventuali anomalie, rubeotest, toxotest, ricerca degli anticorpi contro l’epatite C (HcVAb) e contro l’HIV (HIVAb), glicemia, e test sierologici per la sifilide (TPHA e VDRL). Oltre al prelievo di sangue sarà necessario effettuare un esame delle urine e un’urinocoltura per verificare la presenza di malattie infettive (Chlamydia trachomatis, Neisseria gonorrhoeae). Si tratta di esami che evidenziano la condizione di partenza della mamma e rappresentano il riferimento per le valutazioni successive. Le donne che non hanno contratto toxoplasmosi e rosolia dovranno ripetere questi esami più volte per escludere un contagio durante la gravidanza.
- Tra le 9 e le 11+5 settimane di gravidanza, esami del sangue per la proteina hCG e la PAPP-A . Il dosaggio proteine placentari si effettua per calcolare il rischio di anomalie cromosomiche nel bambino, in associazione allo studio della traslucenza nucale, da eseguire durante la prima ecografia.
- Tra le 14 e le 18+6 settimane di gravidanza. Viene ripetuto il test per il toxotest e rubeotest in caso al primo prelievo fossero risultati negativi.
- Tra le 16 e le 18+6 settimane di gravidanza: si esamina la curva glicemica (OGTT) attraverso l’analisi del dosaggio della glicemia dopo aver bevuto una soluzione a base di glucosio. Lo scopo è quello di individuare o escludere il diabete gestazionale . La curva glicemica viene analizzata in questo specifico momento della gravidanza solo alle donne con alcuni fattori di rischio nella loro storia clinica (precedente gravidanza con diabete gestazionale, obesità, valori glicemici alti a inizio gravidanza). Queste ultime ripeteranno il test, in caso di negatività, tra le 24 e le 27+6 settimane di gravidanza.
- Tra le 19 e le 23+6 settimane di gravidanza si ripete il toxotest in caso di negatività.
- Tra le 24 e le 27+6 settimane di gravidanza viene effettuato un esame delle urine e ripetuto il toxotest in caso di negatività. Per le donne di età superiore ai 35 anni, con un precedente figlio di peso superiore ai 4.500 g alla nascita, con indice di massa corporea superiore a 25, con un parente di primo grado con diabete di tipo 2 o con famiglia originaria di zone ad alta prevalenza di diabete (Asia meridionale, Caraibi, Medio Oriente), viene eseguito l’esame per analizzare la curva glicemica descritto sopra. Ripetono questo esame anche le donne risultate negative alla curva tra le 16 e le 18 settimane.
- Tra le 27 e le 29+6 settimane di gravidanza si effettua un nuovo prelievo di sangue per ripetere il test di Coombs indiretto nelle donne con fattore Rh negativo.
- Tra le 28 e le 32+6 settimane di gravidanza viene controllato il conteggio delle piastrine tramite l’esame emocromocitometrico e in caso di negatività si ripete il toxotest.
- Tra le 35 e le 37+6 settimane di gravidanza è previsto un esame emocromocitometrico completo, un esame delle urine e si ripete il toxotest in caso di negatività. Si ripetono infine gli esami infettivi nel caso in cui siano risultati negativi nel primo trimestre.
Il Test del DNA fetale
Un test che non rientra nello screening obbligatorio è il Test del DNA fetale (Non Invasive Prenatal Testing-NIPT), in grado di isolare frammenti del materiale genetico del feto circolanti nel sangue materno, rilevando eventuali anomalie cromosomiche o genetiche tra cui la trisomia 21 (sindrome di Down), e altre alterazioni nei cromosomi sessuali X e Y. Il rischio che il feto sia portatore di alcune malattie ereditarie come la sindrome di Turner, la sindrome di Edwards e la sindrome di Patau, viene segnalata in una fase precoce della gravidanza: il prelievo per questo test può essere effettuato già dalla decima settimana di gravidanza. È bene sottolineare che un eventuale test positivo di questo testo, per quanto attendibile al 99% (per le trisomie 18, 21 e 13), deve essere confermato da esami ulteriori, come la translucenza nucale, il prelievo dei villi coriali (villocentesi) o l’amniocentesi, laddove possibile.
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