Parto naturale: cosa sapere
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Parto naturale: cosa sapere

Con l’avvicinarsi della fine della gravidanza, è naturale per le future mamme porsi domande sul parto: che cos’è il parto naturale e come avviene? quali sono i dolori del parto naturale? come si capisce quando inizia il travaglio? Ecco cosa c’è da sapere sul parto naturale.

Che cos’è il parto naturale

Per parto naturale si intende quella tipologia di parto che avviene per via vaginale spontaneamente, ovvero senza aiuti di natura medica come l’utilizzo di strumenti quali la ventosa ostetrica o la somministrazione di ossitocina per stimolare le contrazioni; anche in questo ultimo caso il parto è vaginale, ma viene chiamato operativo. Generalmente, però, si utilizza il termine “parto naturale” per indicare il parto che avviene senza il ricorso del taglio cesareo, a prescindere che sia operativo o meno. Le condizioni fondamentali affinché avvenga un parto naturale sono la buona salute della mamma, una gravidanza con decorso naturale e un basso rischio legato al parto.

Come avviene il parto naturale

Il parto naturale prevede diverse fasi, dalle prime contrazioni e comparsa dei dolori alla dilatazione, passando per il travaglio fino alla fase espulsiva, vale a dire l’uscita del bebè. Successivamente a questa fase, ne è prevista un’altra, chiamata secondamento, che prevede l’espulsione della placenta. La prima fase di un parto naturale inizia con i dolori dovuti alle modifiche del collo dell’utero che per avviare il parto si appiana e dilata. Durante queste prime fasi del travaglio, dette prodromi, che non hanno delle tempistiche uguali per tutte le donne, le contrazioni avvengono circa ogni ora per intensificarsi mano mano che si avvicina il parto (il parto è vicino quando si arriva a una contrazione ogni 15 minuti). Grazie alle contrazioni, la cervice uterina comincia a dilatarsi, aprendosi per favorire l’uscita del bambino. Con l’inizio del travaglio, il collo dell’utero si appiana e dilata arrivando a circa 10 centimetri di diametro. Si tratta della fase finale del travaglio dove il dolore può essere molto intenso e le contrazioni ravvicinate; in genere può durare dai 30 minuti alle due ore ed è la più difficile da sopportare, poiché tra una contrazione e l’altra non si fa in tempo a riposare. Quando il collo dell’utero è dilatato al punto da combaciare con la circonferenza della testa del bambino, inizia la fase espulsiva, ossia quella delle spinte. Il periodo dilatante ha una durata variabile da 2 a 8-10 ore, mentre la fase di espulsione del bambino ha una durata variabile dai 30 minuti alle due ore.

Quanto è doloroso il parto naturale

Quella sul dolore è sicuramente la domanda che interessa maggiormente alle future mamme. Bisogna precisare che il dolore del parto è presente quasi sempre, ma essendo la soglia del dolore un fattore soggettivo, non per tutte le donne raggiunge la stessa intensità, anzi spesso capita che esso vari anche nella stessa donna che partorisce più volte. Spesso la paura del parto si collega proprio con la paura delle donne di non essere in grado di sopportare il dolore, per questo è importante che gli operatori aiutino la futura mamma a gestirlo al meglio attraverso semplice procedure come favorire il movimento e/o l’assunzione di posizioni comode, mantenere l’ambiente il meno stressante possibile, permettere la presenza di figure rassicuranti come il partner o altre persone di famiglia, assumere un atteggiamento discreto e attento. Nei casi di basso rischio, ad esempio, il parto in acqua può essere la soluzione migliore per fronteggiare il dolore.

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Foto di Foto di Vidal Balielo Jr. da Pexels

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