Piressia nei neonati che cos'è
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Che cos’è la piressia nei neonati

 

In gergo medico quando si parla di piressia si fa riferimento alla febbre, ovvero quando la temperatura corporea supera i valori normali. La febbre, spesso considerata erroneamente una condizione patologica, è in realtà un sintomo causato da una risposta immunitaria a infezioni o infiammazioni. Se negli adulti la febbre è piuttosto comune, nei neonati è un sintomo da non trascurare, per questo in caso di piressia nei neonati, soprattutto in caso di iperpiressia, è bene contattare il proprio pediatra.

Quando si parla di piressia nei neonati

La febbre o la piressia è un aumento della temperatura corporea centrale al di sopra di determinati limiti che possono variare di persona in persona e si modificano nell’arco della giornata. Per questo motivo, in ambito clinico si utilizza la definizione fornita dall’OMS, vale a dire: la temperatura centrale è normale se compresa tra 36,5 e 37,5 gradi. I valori accettati generalmente quando si parla di febbre sono: temperatura rettale > 38° C e temperatura ascellare > 37,5 ° C. Nonostante la febbre sia molto temuta, è in realtà importante per la difesa dell’organismo: infatti non è una malattia, ma un sintomo di una malattia spesso di natura infettiva. È bene sottolineare che nel caso dei bambini avvengono normalmente delle variazioni della temperatura corporea con oscillazioni più ampie rispetto a quelle dell’adulto; si parla di iperpiressia nei neonati quando la temperatura corporea raggiunge i 39° C.

Le cause della piressia nei neonati

Nei primi giorni di vita del neonato, in cui il sistema immunitario è in fase di sviluppo, entrare in contatto con germi e batteri può provocare facilmente lo sviluppo di infezioni che vengono classificate in due differenti tipologie:

  • infezioni verticali: provocate dalla trasmissione di un agente infettivo come virus o batteri e colpiscono i bambini nei primi giorni di vita del neonato;
  • infezioni orizzontali: provocate dall’ambiente circostante e si manifestano dopo qualche settimana dal parto.

La misurazione della febbre più raccomandata è quella che avviene in sede ascellare anche se ci sono altre modalità valide allo stesso modo. La misurazione via rettale, ad esempio, è più indicata nei neonati a causa della sua invasività mentre quella via orale, usata all’estero, bisogna praticarla con attenzione perché è facile che si rompa il termometro.

Cosa fare in caso di febbre

In caso di piressia, bisogna aiutare il piccolo a stare bene. In primo luogo cercando di mantenerlo al fresco eliminando le coperte in eccesso. Bisogna poi:

  • garantire un adeguato stato di idratazione facendo bere il piccolo;
  • non forzare il bambino a mangiare o a rimanere a letto;
  • vestire il bambino con abiti leggeri.

Per la cura della febbre, non è sempre richiesta la cura con farmaci, tuttavia i farmaci antipiretici possono far sentire meglio il bambino abbassando la temperatura si tratta, infatti, di medicinali che non hanno effetto sull’infezione in corso o su altri disturbi che causano lo stato febbrile. Per la somministrazione, bisogna sempre chiedere consulto al proprio pediatra in modo da offrire al piccolo la dose più adeguata e dare sollievo in modo corretto ed efficace.

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Foto di MART PRODUCTION da Pexels

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